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Il Territorio
Il SIC IT1110035 “Stagni di Poirino-Favari” comprende una vasta area di 1845 ettari situata a sud-est della collina di Torino, fra i comuni di Santena, Poirino e Villastellone. Quest’area ospita una delle maggiori popolazioni di pelobate fosco italiano (Pelobates fuscus insubricus) dell’Italia settentrionale, motivo per cui è stata istituita quale Sito di Importanza Comunitaria il 7 dicembre 2004, su decisione della Commissione Europea.
Obiettivo primario, infatti, è quello di tutelare gli ultimi siti riproduttivi della sottospecie insubricus, presente unicamente nella pianura padano-veneta e ad oggi in grave declino, tanto da essere stata indicata come prioritaria all’interno della Direttiva Habitat (A2, Dir. 92/43/CEE).
Il SIC è caratterizzato da un paesaggio prevalentemente agricolo (con colture di mais, cereali, pioppi ed ortaggi, fra cui i noti asparagi) e scarsamente urbanizzato, fatta esclusione per alcuni edifici agricoli isolati ed il piccolo centro abitato dei Favari (Poirino, TO), quest’ultimo tuttavia in recente e rapida espansione.
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Ieri...
Il territorio del SIC ha da sempre una vocazione prevalentemente agricola; in passato, era conosciuto per la ricchezza della sua falda acquifera superficiale, che garantiva suoli umidi e innumerevoli ristagni naturali per buona parte del periodo primaverile-estivo.
Grazie a questa naturale predisposizione, molti agricoltori costruirono nei pressi delle loro abitazioni le peschiere, invasi artificiali che venivano utilizzati per l’irrigazione, per la coltivazione e la macerazione della canapa, per l’abbeveraggio del bestiame e per l'allevamento della tinca, attività che però si sviluppò maggiormente nell'area del Pianalto esterna al SIC.
L’elevata umidità dei terreni e le numerose zone umide presenti rendevano talvolta difficoltosa l'agricoltura e insalubre il clima per gli esseri umani, ma favorivano la prosperità di numerose e vitali popolazioni di anfibi.
Questi animali erano infatti tanto diffusi da essere parte della cultura locale, come dimostrato dalle sagre loro dedicate e dal Gonfalone di Villastellone, oltre che dalla loro presenza in molte ricette tradizionali.
...Oggi
Così come nel resto dell'Europa, anche nel nostro paese gli ambienti agricoli stanno fronteggiando un critico e continuo impoverimento paesaggistico e biologico. Non solo stanno scomparendo le specie di flora e fauna selvatica che hanno vissuto per secoli nell'ambiente agricolo, ma stanno perdendosi anche le varietà vegetali coltivate un tempo o le razze animali tipiche del territorio, tutte soppiantate da varietà industriali, più redditizie e omogenee. L'espansione dei centri urbani e lo sviluppo di zone commerciali e industriali sempre più decentrate stanno sottraendo all'agricoltura e alle zone ancora naturali ulteriore territorio utile.
Anche le zone umide, un tempo molto diffuse, stanno drasticamente diminuendo: oggi occupano appena l’1% del territorio e sono costituite quasi unicamente da piccoli bacini artificiali e canalizzazioni irrigue, mentre sono quasi del tutto scomparsi gli ambienti palustri di origine naturale.
Nel SIC “Stagni di Poirino-Favari” queste trasformazioni sono molto visibili. Il paesaggio rurale è ormai quasi del tutto dominato dalle monocolture di mais e pioppo, mentre molte coltivazioni tradizionali, che rappresentavano importanti fonti di varietà biologica, vengono abbandonate.
Anche le zone umide scompaiono rapidamente: fra le cause principali vi sono l’abbassamento della falda superficiale e l’inaridimento del suolo, causato dai crescenti prelievi per scopi irrigui e dai cambiamenti climatici. In molti casi, inoltre, le peschiere vengono direttamente prosciugate ed interrate dai proprietari per ricavarne ulteriore spazio utile a coltivazioni più redditizie.
L’Associazione Natura Cascina Bellezza, insieme con il WWF Italia ed esperti del settore, cerca di contrastare questo impoverimento paesaggistico e di tutelare la fauna e la flora originarie. Sono stati pertanto individuati finora all’interno del SIC cinque Siti Natura, ovvero aree che, sottoposte a interventi di riqualificazione ambientale, siano in grado di salvaguardare la sopravvivenza del pelobate fosco e il mantenimento delle aree umide naturali.
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